Vegliando le stelle

Vegliando

E’ un lavoro discografico all’insegna della semplicità, ma non a discapito della profondità. Testi e musiche si intrecciano per dar lode al Dio della bellezza che “fa grandi cose” attraverso i nostri “Sì”, “sì” quotidiani. Dodici brani che coprono un arco di tempo notevole: “Innamorami di Te” è certamente la più “anziana”, ma tocca sempre i cuori; “Maria poesia” riarrangiata è deliziosa: un inno alla Madre di Dio, che ama saperci voler diventare altre piccole “Lei”. Sì, possiamo rivivere Maria ripercorrendo la sua Via… Poi, “che occhi erano” un ricordo vivo dedicato a Giovanni Paolo II e anche “Mai più la notte” ricalca il grido, del papa itinerante, contro ogni guerra…e ogni razzismo… Due canzoni in napoletano “Vulesse” (vorrei) e “Pare ajere” (sembra ieri): la prima per sottolineare in modo viscerale che occorrono nuove “RIVOLUZIONI” sociali che partono da noi piccole formiche…e l’altra per ringraziare Dio del cammino fatto finora…infine “Più in alto” per entrare sempre più nell’intimo dell’anima per incontrare sempre meglio e sempre più chiaramente, l’Eterno Amore amante…

Cosa ti lasceròVulesse (vorrei)Vegliando le stellePare ajere (sembra ieri)Innamorami di TeMai più la notteChe occhi eranoAll'ottavo giroAl di là c’è da vivere ancoraMaria PoesiaPerché io lo soPiù in alto

Cosa ti lascerò?
Vecchio compagno d’avventura.
Mi ricorderai, ti ricorderò.
Ci saranno giorni…
Ma per un attimo,
ritroveremo una fotografia
e un po’ di malinconia
a farci compania.

Cosa ti lascerò?
Una canzone e un po’ di note.
Ci canteremo vecchi ritornelli
di questi giorni.
Esami che non passavano:
dolori persi dietro attimi,
paure che non saranno più le stesse,
a farci compagnia.

A te dico: “Addio!”,
con la speranza di ritrovarti
più vecchio e più bambino,
saggio di giorni,
fame di vivere,
un vecchi amico sempre giovane.

Cosa mi lascerai?
Da ripassarmi vecchie storie,
smorfie e banalità,
per gli altri giorni.
Saranno duri anche quest’altri,
seguendo la nostra Vita,
che certo starà con noi
a farci compagnia.

Cosa mi lascerai?
L’amore che non ti ho mai dato,
per pigrizia e per rispetto umano,
per quanti giorni.
Se vuoi puoi perdonarmi
e per un attimo dimenticare
il buio di certi momenti,
che brutta compagnia.

 

Vulesse truvà a uno me capesse e me ricesse
sò pur’ì chine e speranze nata via c’ha ddà stà
miezo a gente perze rinda a sta realtà.

Vulesse truvà a n’ommo miezo a sta città
ca nun se venne pe nu voto e crere a verità
crede a libertà a l’umanità.

Suonne, suonne, a suonne chine ruorme,
facimme e rrubbà Nun te scetà
o vì comme è bello. Nun chiagnere tira a campà
na preta pane nun pò addiventà.

Suonne, suonne, a suonne chine, scetete,
facimme e fuì. Mo te a scetà
o vì comme è forte nun chiagnere vire che a fà.
Na preta terra e sole…rivoluzione po addiventà.

Vulesse truvà frate ca nun se guardene e late
ca se fanne e scarpe l’uno co l’ate
e si putessero s’acciresseno.

Vulesse rinda Chiesa chiù vita e chiù calore
ma è vierne e fa fridde e ognuno appicce o fuoco
invece e rà na mana a libertà

 

Stesi sul prato a guardare le stelle con lo sguardo che andava lassù. L’anima come la Via Lattea, uno specchio dove Dio è di casa. E Dio mi parlava del più e del meno, all’improvviso il silenzio, diventava musica Non c’erano più parole o pensieri, ma solo amore, amore.

Amore riversato nel cielo “trapunto di stelle”. Il cielo riversato in me “trapunto di Dio”, nel noi di quella notte d’estate sulla collina, tra grilli canterini le stoppie umide, le tende ancora vuote, il tramonto appena spento, che già aveva acceso i cuori e una buona e bella compagnia che vegliava le stelle, le stelle.

E pesca, pesca dentro al cuore al centro del sé, di te. E ci sarà, ci sarà un punto dove s’incontrerà, t’incontrerà. in quella notte stupenda, fra stelle e vento, la Sua Presenza. Vegliando le stelle il domani sarà …  più Cielo.

Amore riversato nel cielo “trapunto di stelle”.   Il cielo riversato in me “trapunto di Dio”, nel noi di quella notte d’estate sulla collina, tra grilli canterini… E Dio ci parlava, lì nel profondo, mentre il silenzio, diventava musica. Non c’erano più parole o pensieri, ma solo amore, amore.

E pesca, pesca dentro al cuore al centro del “sé”, di te. E ci sarà, ci sarà un punto dove s’incontrerà, t’incontrerà, in quella notte stupenda, fra stelle e vento, la Sua Presenza. Vegliando le stelle il domani sarà …  più Cielo.

 

Pare ajere,
ca m’addurmevo
’m’braccio a mamma mia.
E ne sentevo a voce
e ’o core che sbatteva.

Pare ajere,
ca pateme,
m’accumpagnava a scola,
girava a cincuciente
e po’ se ne parteva.

Pare ajere,
caggiu ditt, chillu “sì”.
Pare ajere,
e sta passanno chesta vita.
E je me sento l’anima,
ca scoppia e tanta vita.

Si Tu ca me staje arinte.
So schiaffe e po’ carezze,
si chiove o esce o sole.
Pe Te tutto è ammore
’nda sta vita,
’nda sta vita.

Pare ajere,
ma è già oggi
e dimane sta già cà.
E nun ce può passà,
che tutto se ne và.

 

Innamorami di Te
amore grande, amore puro, amore vero.
Innamorami di Te
per gli altri giorni,
altri domani, altri “perché?”
Innamorami di Te
perché son piccolo di fronte all’infinito.
Innamorami di Te
da non poter più vivere se non per Te.

Innamorami di Te
mentre guardo in alto e poi ti scopro dentro me.
Innamorami di Te
perché fatico a risalire la sorgente.
Quel mio sole che sei Tu
rischiari l’alba, la mia vita, la mia gioia.
Innamorami di Te
per riscoprirti sempre nuovo, amore vivo.

Innamorami di Te.
Innamorami di Te
Innamorami di Te

Perché sei tutto quel che può
entrare in tutta la mia vita.
Perché sei Tu l’unica pace
che può placare questo mare.
Sei Tu la forza dentro me
quando son nulla per amore come Te.

Innamorami di Te
amore grande, amore puro, amore vero.
Innamorami di Te
per gli altri giorni,
altri domani, altri “perché?”

Quel mio sole che sei Tu
rischiari l’alba, la mia vita, la mia gioia.
Innamorami di te
da non poter piu’ vivere se non per Te.

 

Ma quante notti, l’umanità,
ha passato e passerà?
Quante notti, quante guerre,
in nome di presunte civiltà.

E non si ricordano più, olocausti indicibili,
silenti accordi diabolici,
in nome di presunte verità,
sulla storia degli uomini.

No, non si può tacere
tutto il male che c’è,
per ogni vita che si spegne
ingiustamente.
Ma no, non si può tacere.
Ogni olocausto è una vergogna,
dell’uomo che s’inganna,
che non vuol credere,
che la vita non è tutta in un’idea,
anche se pensata, anche se creduta…

Ma in quante notti, l’umanità,
ha dovuto morire, povera,
perché l’ingiustizia impera,
con l’arroganza dei potenti.

Ma quante aurore, l’umanità,
può riaccendere ancora,
perché la speranza affiora,
quando si crede solo nell’amore.

 

Occhi chiari, mare calmo,
alla sera della vita
sei rimasto dentro al cuore
e dentro l’anima.

Occhi chiari, mare dentro,
con la tua bella presenza,
rischiaravi mille lacrime,
mille e più speranze.

Occhi chiari, e profondi,
occhi trasparenti il Cielo,
del Dio che muore per amore
perdonando.
Occhi chiari, e profondi,
occhi trasparenti il Cielo,
di quella Madre a cui dicevi: “tutto tuo”,
Che occhi erano? Erano specchi
Che occhi erano? Erano finestre
Che occhi erano?Erano ponti.

Occhi veri mai distratti,
pieni solo di mistero
che rispondono a ogni dubbio
con la vita di chi crede.

Occhi veri mai illusi
che la croce sia di miele
ma dolore puro e crudo
che donato rende liberi

Occhi chiari, e profondi,
occhi trasparenti il Cielo,
del Dio che muore per amore
perdonando.
Occhi chiari, e profondi,
occhi trasparenti il Cielo,
di quella Madre a cui dicevi: “tutto tuo”,
Che occhi erano? Erano specchi
Che occhi erano? Erano finestre
Che occhi erano?Erano ponti.

 

Giro e rigiro, la mia vita non va.
Un altro giro e la luna, scomparirà.

Giro e rigiro, risposta non ho:
perché gli ultimi non hanno più voce, chissà!

Ho chiesto a quel Dio, che esiste lassù,
di darmi un segno perché ne ho bisogno.

All’ottavo giro lo voglio incontrare,
all’ottavo giro gli devo parlare
non posso aspettare.
C’è un muro che deve crollare.
All’ottavo giro lo voglio vedere,
all’ottavo giro lo voglio sentire
non posso aspettare,
che la vita ci viva e ci sfugga di mano.

Giro e rigiro, la mia strada dov’è?
Si apre a un cielo insperato, leggero, quaggiù.

Ha risposto quel Dio: “Non cercarmi lassù,
ma nel grido del mondo, dell’umanità.

All’ottavo giro ho capito chi eri,
all’ottavo giro mi hai parlato sul serio
e non hai aspettato.
Il muro è crollato davvero.
All’ottavo giro ti ho visto in Vincenzo,
all’ottavo giro ho sentito il tuo grido,
che non può aspettare, che la vita ci viva e ci sfugga di mano.

 

È chiaro scuro,
mi divide a metà.
Sono io o non son io?

Ti sento e non vedo.
Vorrei ma non riesco.
Morire è difficile.

Che anima ho,
se non voglio combattere.
Un perdente che non vince da secoli.
È amaro l’inferno che mi porto dentro.

È chiaro, non credo,
non riesco a capire.
Al di là c’è da vivere ancora.

Non credo, è chiaro,
non riesco a vedere,
al di là c’è da credere ancora…

Decidersi adesso,
senza andare lontano,
qui ed ora, allora, o mai più.
(ripete tutto nella nuova tonalità poi)

Perché non t’incontro,
o non voglio incontrarti.
Perché non m’incontri,
sarebbe più facile dirti… … Innamorami di Te…

Decidersi adesso,
senza andare lontano,
qui ed ora, allora, o mai più.

Perché non t’incontro,
o non voglio incontrarti.
Perché non m’incontri,
sarebbe più facile

 

 

Maria, Poesia, entra in casa mia,
con la tua bella armonia.
Come ti creò, Maria?
Come creò
quel tuo silenzio orante,
che ci sta di fronte e mai distante!?
Proprio qui, posso riviverti
e averti sempre in casa mia.

Poesia Maria, insegnami la via,
con la tua dolce fantasia.
Come ti creò, Maria,
quel Dio che scelse te come suo cielo,
come sfondo al suo immenso Amore.
Proprio qui, posso riviverti
e ritrovarmi casa sua, casa tua.

Dio può rinascere quaggiù
ogni volta che ci sei tu, Maria,
in chi ripete insieme a te
quel “sì” libero e sincero,
quando c’è da stare sotto ad una croce,
vicino a quel fratello nel dolore… Ci sei tu,
che non sei rimasta come è rimasto Lui: Eucaristia,
Una voce chiara disse: “Maria non c’è, ma la voglio rivedere in te”.
E ci sarà, saremo noi, altre Maria,
che daranno Dio al mondo
per far rivivere chi vita non ha più.

Maria, una scia ti segue in quella via,
come una grande sinfonia. Figli tuoi siamo, Maria,
nati così, dal tuo dolore intenso,
da quell’Amore eterno crocifisso.
Proprio qui, possiamo riviverti per poi entrare nel tuo Cielo, Maria.

 

Io lo so che questo è amore:
se non vivo più per me.
Spengo il cuore ai desideri,
per far posto solo a Te.

Io lo so che quest’amore,
chiede che sia tutto in Te.
E’ un morire per amore,
in ogni istante, qui, per Te.

E’ stringerti di più tra il cuore e l’anima.
Nuda croce che è un”perché” senza risposta.
Ed è stringerti di più tra il cuore e l’essere,
mentre brucio per amore tutto il “sé”.

Perché io, lo so e più non so.
Io lo so e più non so, quanto ti amo.
Vorrei dirtelo così:
senza parole, senza parole, senza parole, solo per amore,
senza parole, senza parole, senza parole, solo per amore.

Io lo so, ma più non so…
E vorrei esserti vivo.
Quante volte è più dolore,
non sentirti vivo, qui.

Io lo so che quest’amore,
chiede tutto dalla vita,
chiede il vuoto più totale,
che fa male, perché è amore.

E’ stringerti di più tra il cuore e l’anima.
Nuda croce che è un”perché” senza risposta.
Ed è stringerti di più tra il cuore e l’essere,
mentre brucio per amore tutto il “sé”.

Perché io, lo so e più non so.
Io lo so e più non so, quanto ti amo.
Vorrei dirtelo così:
senza parole, senza parole, senza parole, solo per amore…
senza parole, senza parole, senza parole, solo per amore.

 

Volo più in alto dove è possibile.
È fantasia, frammista a gioia pura.
Esco da un attimo perso in me,
per ritrovarmi davanti a Te.
E sono qui, a scolpire in me, la tua immagine,
per non perderti mai più.

Volo più in alto dove è fattibile.
E l’anima vive e rivive in Te.
Estasi che mi ritrova qui,
davanti al Tu che mi risorgerà.
E sono qui, hai scolpito in me, la tua immagine,
per non perdermi mai più.

«Dì all’anima mia: son io la tua salvezza.
Dillo, che io l’oda (dillo che io l’oda).
Ecco, le orecchie del mio cuore
stanno davanti alla tua bocca.
Signore, aprile (Signore aprile),
e dì all’anima mia: son io la tua salvezza»
e dì all’anima mia: son io la tua salvezza»
e dì all’anima mia: son io»
(frase tratta dalle Confessioni di Sant’Agostino)

Vola più in alto in fondo all’anima.
Scopri orizzonti fuori dalla realtà.
Entra anche tu in quell’attimo,
dove s’incontra la vera verità.
E starai qui, a scolpire in te la Sua immagine,
per chiedergli con me…

«Dì all’anima mia: son io la tua salvezza.
Dillo, che io l’oda (dillo che io l’oda).
Ecco, le orecchie del mio cuore
stanno davanti alla tua bocca.
Signore, aprile (Signore aprile),
e dì all’anima mia: son io la tua salvezza»
e dì all’anima mia: son io la tua salvezza»
e dì all’anima mia: son io»

 

Updated: 15 marzo 2021 — 10:34